16 Novembre 2021

Per la Longobarda Salerno, un fan d’eccezione: sugli spalti c’è Aristoteles

Dalla Svizzera a Salerno: l'attore Urs Althaus in tribuna per seguire la compagine che porta il nome della squadra di Oronzo Canà: "Un'emozione indescrivibile"

Si scrive Longobarda. Si legge amore, passione, condivisione. Salerno, centotrentamila e passa abitanti. Città d’amore, storia e cultura. E anche di sport, senza alcun dubbio. Numerose le società del territorio che, nel loro piccolo, provano a dare un senso più intimo alla classica domenica pallonara. Tra queste, la storia della Longobarda merita una menzione d’obbligo. Fondata nel 2005 e protagonista nel campionato di Seconda Categoria regionale, la società ha nelle corde e nello spirito una mission d’altri tempi: rendere onore e merito al mito della squadra che fu di Lino Banfi nel celebre film “L’allenatore nel pallone”. E nell’ultimo weekend, la compagine del Presidente Giovanni De Nicola ha deciso di esagerare. In occasione dell’ultima gara di campionato, tra i supporters biancorossi c’era un fan d’eccezione: Urs Althaus, più noto al grande pubblico nelle vesti di Aristoteles. Si, proprio lui: l’attaccante brasiliano protagonista – nella pellicola del 1984 – della storica salvezza della Longobarda in Serie A.

“Ho da sempre l’Italia nel cuore”

Un viaggio di piacere nella città d’Ippocrate, con annessi eventi istituzionali legati alla pubblicazione del suo nuovo libroIo, Aristoteles, il Negro svizzero”. Sangue carioca da padre brasiliano, ma nato in Svizzera (paese d’origine della mamma), ha calcato i campi da gioco nelle giovanili del Basilea, prima di approdare al Zurigo. Un brutto infortunio lo costringerà ad abbandonare il calcio agli albori della sua carriera. Urs Althaus è un personaggio davvero speciale. Poliedrico, come il suo camaleontico stile di recitazione: “Ho da sempre l’Italia nel cuore – afferma in esclusiva a SerieD24.com –. È sempre entusiasmante tornare in un Paese che mi ha dato tanto e che amo profondamente. L’affetto degli italiani, in qualsiasi città mi trovi, è unico. E devo ammettere che il calore che ho trovato a Salerno mi ha profondamente toccato: non so quanta gente sia venuta a salutarmi nei giorni trascorsi con gli amici della Longobarda”.

Un weekend di fuoco

Gli impegni istituzionali hanno abbracciato quelli sportivi, permettendo al celebre Aristoteles di presentare il suo libro presso il Salone di Rappresentanza del Palazzo di Provincia. Un incontro voluto da “Il Bello dello Sport”, cui è seguita la vittoriosa trasferta con i ragazzi della Longobarda Salerno domenica mattina: “È stato tutto bellissimo – prosegue Urs –, un weekend indimenticabile. Il libro che ho avuto il piacere di presentare è un riassunto della mia vita, fatta di sogni e ambizioni, cadute e riprese. Tra l’altro, la prefazione del libro è stata scritta da Ciccio Graziani: un vero onore. Domenica mattina, invece, ho avuto il piacere di seguire la Longobarda in campionato. Quando Giovanni e Christian (presidente e vice presidente del club, ndr) mi hanno regalato la maglia con cui la squadra avrebbe giocato, mi sono commosso. La divisa da gioco era la stessa del film “L’allenatore nel pallone”. È stato un tuffo nel passato, ho pianto dall’emozione. A fine partita, sono entrato negli spogliatoi e ho festeggiato la vittoria con i calciatori, come se fossi uno di loro”.

Aristoteles e quella punzione con la Roma

L’occasione è ghiotta per strappare un retroscena, una curiosità, un ricordo di quanto accaduto e, magari, non è mai stato detto dal set de L’allenatore nel pallone: “La punizione del gol alla Roma – risponde il simpatico Althaus –. Quella scena è stata provata solo due volte: nella prima occasione ho tirato il pallone alle stelle, mentre la seconda è stata quella giusta. Ancelotti si è accostato e mi ha detto che avrei potuto giocare con loro (ride, ndr). Aver girato quella scena con lo stesso Carlo, Graziani e Pruzzo mi rende tutt’oggi orgoglioso”.

A cura di Giuseppe Vitolo