20 Dicembre 2022

Akragas, Deni: “Mi dimetto da presidente, non da proprietario. Se andiamo in D, punto alla C”

Le parole del proprietario dell'Akragas Giuseppe Deni in conferenza stampa dopo le dimissioni

Dopo le dimissioni dalla carica di presidente degli scorsi giorni, Giuseppe Deni – proprietario dell’Akragas e dell’Imolese – ha oggi chiarito diversi punti in conferenza stampa. Il patron del club biancazzurro, che milita nel girone A di Eccellenza siciliana, ha spiegato che rimarrà il proprietario della squadra agrigentina, ma non sarà più il presidente per non interloquire con l’amministrazione. Deni è stato chiarissimo, ribadendo più volte i motivi che lo hanno portato alle dimissioni. Di contro, però, ha rilanciato: “Se l’Akragas andrà in D, giocherà per vincere e arrivare in C”.

Akragas, Deni: “Sono passati due anni, ne ho sentite di tutti i colori”

All’inizio della conferenza stampa, Giuseppe Deni ha preso la parola prima di lasciare spazio alle domande. Il proprietario dell’Akragas ha inizialmente dichiarato: “Qualcuno dei miei collaboratori oggi mi diceva di andarci piano con le dichiarazioni, ma quando si dice la verità bisogna dirla tutta, senza nascondere nulla. Quando presi l’Akragas, dissi che sono finiti i tempi dei presidenti mecenati. In quella sede dichiarai di voler portare una logica nuova, quella della squadra-azienda. Da allora sono passati due anni e ne ho sentite di tutti i colori: prima mi dissero di un finanziamento di un milione e 750mila euro dalla regione siciliana, poi mi si disse che a causa della caduta del governo non era stato più possibile sfruttarlo. Quindi feci le prime valutazioni: il comune non aveva fondi per presentare un progetto, ma lo fece il consigliere Piparo, che presentò un progetto esecutivo“.

In seguito Deni ha proseguito, parlando sempre del rapporto con l’amministrazione comunale e non. “Chiesi lumi per il campo impraticabile, per gli spogliatoi, chiesi che intenzioni avesse l’amministrazione comunale. Ma dopo tante parole non c’è stato alcun fatto. Ho notato il totale disinteresse da parte del sindaco della città, che prima delle amministrative seguiva la squadra in tutte le trasferte. Dopo le elezioni, non è mai stato presente a una partita dell’Akragas, mai si è congratulato con i ragazzi. Cosa dovevo fare? Continuare a farmi prendere in giro? Così mi sono dimesso e le mie dimissioni sono irrevocabili. Io ho i colori biancoazzurri tatuati sul cuore. Rimango il proprietario, ma non il presidente perché non voglio interloquire con questi soggetti, valgono meno di zero. Voglio vincere questo campionato e vincere la Coppa Italia. Il prossimo presidente sarà l’avvocato Giancarlo Rosato. L’Akragas non è di Deni, ma della città”.

“Dimostrato con i fatti di voler fare calcio”

Giuseppe Deni ha poi continuato a parlare, spiegando ancora i motivi che lo hanno portato alle dimissioni. Il sindaco vale meno di zero. Non ha ancora capito nemmeno di essere il sindaco di Agrigento. Ho dimostrato con i numeri e con i fatti di voler fare calcio professionistico. Quando manifestai la volontà di volerlo fare, tutti mi dissero ‘Vai avanti che noi ci siamo’. Ho fatto richiesta al comune per organizzare qualche concerto in estate – importante per qualche entrata – ma ancora aspetto risposta dopo undici mesi. Il ricavato sarebbe stato destinato all’Akragas, non ho nessun tornaconto. Serve un terreno di gioco adeguato, ma se non sono in grado di darcelo, facciamo noi. Stiamo facendo la risemina a spese della società. Abbiamo speso sui 70.000 euro. Con questa cifra avremmo potuto prendere un altro giocatore per un ulteriore salto di qualità”.

Deni ha poi parlato di un possibile dialogo con Marcello Giavarini, già proprietario dell’Akragas negli anni passati. “Voci che circolano. Ha contribuito a fare fallire l’Akragas, ricordiamolo. Lui voleva quasi fare elemosina per l’Akragas e io non l’ho permesso. Finché ci sarò io, non accadrà”. Poi anche un passaggio sulle differenze tra Imola e Agrigento e – di conseguenza – tra l’Imolese (altra squadra di cui è proprietario) e l’Akragas: A Imola c’è un sindaco di 35 anni, che dimostra grande capacità amministrativa, e che ha preso subito a cuore i problemi della società. Aveva dieci appartamenti disabitati e li ha destinati a noi come squadra. Questo è il sindaco di Imola, mentre quello di Agrigento ve l’ho già descritto. Sinergia tra le due squadre? Essendo la stessa proprietà, ci saranno rapporti buoni e sinergici. Qualche giocatore che cresce tecnicamente può andare nel professionismo e viceversa. Faremo le dovute valutazioni”.

“Se vinciamo il campionato, giocheremo per vincere anche in D”

L’Akragas è attualmente prima in classifica nel proprio girone di Eccellenza siciliana e potrebbe dunque il prossimo anno ritrovarsi in Serie D. La squadra ci crede e continua a investire sul mercato, come dichiarato da Deni. “Abbiamo preso un 2004 e un 2003. L’ossatura è importante, la squadra ha capito come giocare con Terranova. Chiaro che in caso di infortuni, interverremo ancora. In questa fase siamo ok così”.

In tanti però temono per il futuro della squadra agrigentina, al punto che in città ci si chiede se quello di Deni sia un atto di disimpegno nei confronti dell’Akragas, soprattutto dopo il suo arrivo all’Imolese. “Con le mie dimissioni l’Akragas non avrà risvolti negativi. Vogliamo vincere il campionato. E se lo vinceremo, faremo la squadra per andare in Serie C. Ma non possiamo andarci con questo stadio, sia per ragioni logistiche che regolamentari. A quel punto il sindaco dovrà prendersi le proprie responsabilità”, ha concluso Deni.

A cura di Domenico Cannizzaro