Raffaele Panariello, il gioiello dell’Afragolese che a 17 anni studia da Longo e Immobile: “Due padri di famiglia in questo mio percorso”

Credit: Afragolese
L’attaccante classe 2008 dell’Afragolese ha già segnato due gol stagionali ed è imparentato con Ciro Immobile
Immaginate di segnare in Coppa Italia Serie D a 17 anni e di ripetervi in un match contro una squadra che punta a vincere. Il percorso di crescita di Raffaele Panariello con l’Afragolese in questa stagione è di quelli importanti e fanno pensare a un ragazzo che presto vedremo nelle categorie professionistiche.
Punta classe 2008 dotata di un fisico imponente e grande corsa, ha siglato la rete iniziale nel 3-2 dei campani allo stadio “Moccia” contro il Barletta. Girone H di Serie D non semplice per un ragazzino ancora minorenne ma che si sta facendo strada proprio come un altro gioiello 16enne dal Nardò: Ndiaga Sall.

Due avventure diverse ma unite dallo stesso destino: quello di sognare una vita con il pallone tra i piedi nelle categorie che contano. Imparentato con Ciro Immobile e con Fabio Longo come padre di famiglia negli allenamenti, Panariello ha raccontato la sua storia calcistica su SerieD24.
Afragolese, Panariello: “Mi godo questo gol e ringrazio Longo per i consigli continui che mi offre”
A caratterizzare subito questa intervista è sicuramente la voce di un ragazzino di 17 anni e l’educazione mostrata fuori dal campo nelle risposte. Sul terreno di gioco però Panariello spinge eccome e al 15′ arriva la sua prima rete in Serie D: “Segnare contro una squadra attrezzata per vincere come il Barletta è stato molto emozionante, non lo dimenticherò mai. Ringrazio l’allenatore Ciaramella per avermi schierato titolare e aver avuto il coraggio di mettere un 17enne in campo in attacco”.

Emozione fortissima e una guida spirituale che lo ha seguito in panchina come Fabio Longo: “È stata la prima persona che sono andato abbracciare nell’esultanza. Mi ha dato consigli e indirizzato per tutta la settimana, trattandomi come un figlio”.
“Immobile? Mi confronto spesso. Lui e Longo come due padri di famiglia”
Un altro aspetto che caratterizza Panariello fuori dal campo è il legame con Ciro Immobile. Il classe 2008 è imparentato con la punta del Bologna e racconta il suo rapporto con lui: “Ci confrontiamo spesso, vuole sapere sempre cosa faccio dopo le partite. Lui e Longo sono persone importantissime per me e fanno parte di questo percorso di crescita. Sono contento di come lo sto portando avanti e il merito è soprattutto loro”.

Nonostante sia minorenne, la punta campana ha già militato in settori giovanili importanti del panorama italiano come la Lazio: “Quella è stata sicuramente una tappa fondamentale per me. Mi ha dato tanto e ho imparato a crescere stando lontano da casa. La chiamata di un club di Serie A è stata un’emozione unica”.
Un percorso fatto di scelte difficili e qualche “no”
“Ho iniziato a 8 anni a praticare questo sport in una società di Torre del Greco, La Ginestra“, continua l’attaccante. “Grazie al presidente Massimo Borriello sono entrato a fare parte di una scuola calcio affiliata al Benevento, il Caravaggio. La grande voglia che ho sempre avuto di dimostrare cosa so fare mi ha dato la possibilità di interfacciarmi in ambito nazionale, giocando proprio nel Benevento ma nonostante il mio grande impegno non ho ricevuto la considerazione che credevo“.
Da qui il sogno di Panariello inizia a coltivarsi: “Vado alla Turris e riesco a segnare in pochi mesi. All’improvviso la Lazio mi cerca e decido di trasferirmi con grande gioia. Ho vissuto un’emozione unica nonostante sia stato un anno difficile ma che mi è servito tanto per la formazione della mia personale crescita, mettendomi a dura prova con qualche difficoltà di ambientamento”.
Le tappe di Catanzaro e Sorrento l’apripista del giocatore: “Gioco in deroga in Calabria fino a fine 2024, poi il Sorrento crede in me e un mese dopo gioco nella formazione Under 16. Ho segnato otto gol in altrettante partite, è stata la scintilla che ha acceso in me quella voglia di spaccare il mondo”.
Panariello: “Potevo andare in Serie C a Perugia ma l’Afragolese ha creduto in me. Ecco il mio sogno”
“Prima di andare all’Afragolese potevo andare al Perugia – spiega Panariello – ma il direttore Mennitto mi ha corteggiato e voluto fortemente insieme al presidente Mosca. Con il mio mentore, mio padre, abbiamo deciso di fare questa scelta azzardata di esordire nel calcio dei grandi. Ringrazio infinitamente la mia famiglia per i sacrifici fatti e per il sostegno che mi è stato dato, mio padre Giuseppe, mia madre Nunzia e la mia piccola sorellina Annalisa. Non posso dimenticare il mio mitico zio Luigi Panariello, ex giocatore, per essere sempre al mio fianco nei momenti difficili”.
Il sogno è appena iniziato e Raffaele ha le idee chiare: “Voglio giocare ad alti livelli ed entrare nel calcio che conta. Sono giovane e ho tanta ambizione, spero che tutto questo possa realizzarsi”.