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Gelbison, Coscia: “Vogliamo tornare in Serie C al più presto. Da Marquinhos a Neymar, quanti talenti visionati in giro per il mondo..”

Enrico Coscia (Credit: Gelbison)

Enrico Coscia (Credit: Gelbison)

L’intervista esclusiva a Enrico Coscia, direttore tecnico della Gelbison.

Dalla Serie C alla Serie A con Salernitana, Fiorentina, Bologna, Roma e Atalanta. A Salerno è stato protagonista della costruzione del settore giovanile, mentre a Firenze ha svolto un lavoro improntato come osservatore internazionale, contribuendo alla crescita tecnica dei vivai. Il curriculum di Enrico Coscia parla da solo e comprende anche altri incarichi in piazze importanti come Potenza, Juve Stabia e Campobasso.

Coscia, intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, non nasconde tutta la sua motivazione e voglia di fare bene: “La sfida più motivazionale è quella con la Gelbison. Il presidente Puglisi ha un ottimo rapporto con mio figlio e tra una chiacchierata e un’altra si sono aperte le porte. L’ultima esperienza l’ho avuta con la Roma e volevo tornare in campo. Puglisi, essendo del territorio, ha dimostrato sempre di avere un grande attaccamento a questa terra e grande passione per il calcio perché è una figura che ha avuto la fortuna e la bravura di andare in Serie C, retrocedere e ripartire subito col progetto”.

L’obiettivo di Enrico Coscia e della Gelbison è ben chiaro: Le persone che lavorano nel calcio sanno che devono lavorare step per step. L’obiettivo della società è quello di ritornare al più presto in Serie C, ma l’aspetto che mi ha più entusiasmato è stato il progetto a 360 gradi. Qui ho visto che ci sono delle potenzialità da categorie superiori. Il presidente ha formato un team di lavoro molto valido e in più ha delle strutture che non tutte le squadre di Serie C dispongono. Pur non avendo mai avuto a disposizione il “Morra” ha creato delle strutture per gli allenamenti e anche per le gare. Poi c’è un settore giovanile che si è espanso in tutto il Cilento e una Juniores che gode di ottimi giovani di prospettiva”.

Sul Girone I, inoltre, Coscia ha aggiunto: A inizio campionato tutti pensano di fare bene, però poi molti investono tanto pensando di poter vincere subito. Il calcio è una materia atipica dove contano anche le idee e l’organizzazione. Reggina, Nissa, Gela e Vibonese, ad esempio, hanno investito tanto. Noi siamo una società ambiziosa. Il nostro obiettivo principale resta sempre la salvezza e per farlo bisogna avere mentalità. Abbiamo una squadra formata dal 50% di over e dal 50% di under. Tutto ciò insieme al prezioso aiuto dell’allenatore che, nonostante la giovane età, ha dimostrato di saper lavorare bene. Abbiamo un gruppo di over molto professionali che sta trasferendo la loro esperienza ai ragazzi. Penso e mi auguro che gli under possano dare al momento opportuno una mano alla squadra. Quando poi si uniscono queste componenti è normale che si diventa più squadra e gli obiettivi si possono raggiungere”.

“Voglio lasciare un segno del mio lavoro”

L’obiettivo di Coscia è chiaro: “L’ho detto sin da subito al presidente. Io voglio lasciare un segno del mio lavoro su questo territorio, cosa che ho sempre cercato di fare nel corso della mia carriera. Quello che ho fatto a Salerno è il passato, quello che farò alla Gelbison sarà presente e soprattuto futuro. Siamo in piena sintonia sotto l’aspetto umano e anche tecnico col presidente perché è una persona diretta come me. C’è tanto confronto per cercare di fare il meglio possibile. Posso anche garantire che è stato scelto un allenatore giovane ed emergente e ne sentirete parlare“.

Gelbison, Coscia: “Abbiamo avuto modo di visionare talenti come Neymar”

Enrico Coscia, inoltre, ha ricalcato un po’ il suo passato nel mondo dello scouting: “Il primo calciatore che ho portato alla Fiorentina è stato Danilo D’Ambrosio. Ho visto tanti ragazzi nel corso di questi anni, ma vedere un giovane di 14-15 anni e trasformarlo in giocatore nel giro della Serie A e della Nazionale è stato un motivo di grande orgoglio. Potrei citarne tanti altri che abbiamo avuto modo di visionare come ad esempio Marquinhos, Casemiro, Neymar a 16 anni, Nastasic, Vidic e tanti altri.

Nel mio piccolo mi auguro che possa succedere anche a Vallo della Lucania perché io sono un fautore dei giovani. Spero di valorizzare il territorio cilentano visto e considerato che già lo conosco bene perché mi ha già fornito dei calciatori. Il presidente sta facendo un discorso anche a livello di settore giovanile, di unire le forze, e ci stiamo estendendo anche sotto questo aspetto per cercare di non far emigrare i talenti del territorio. Salendo di categoria è ovvio che avremo anche un brand diverso”.

gelbison dramé

“Per formare un calciatore servono diversi aspetti fondamentali”

Tra Italia e resto del mondo, ma con quali criteri viene visionato un giovane?: “Una persona che fa il mio lavoro deve essere appassionato e deve avere una storia. I componenti per formare un giocatore di calcio sono pochi, ma sono essenziali. Volontà e determinazione nel fare le cose, una parte atletica esplosiva, e poi ovviamente la tecnica. Può sembrare facile, ma non lo è. Quando vado a vedere un ragazzino e mi si accende la lampadina penso che quel prospetto sia in grado di poter crescere e fare la differenza”.

“Più strutture e istruttori qualificati”

Per Coscia, infine, la Serie D avrebbe bisogno di questi aspetti per migliorare: “In Serie D bisognerebbe cercare di dare più strutture alle squadre. Le carenze principali sono anche gli istruttori qualificati perché se si dà la possibilità di formarsi è normale che si riesca ad ottimizzare i costi di una gestione societaria perché vai a lavorare su prospetti futuristici che partono a costo zero sotto l’aspetto contrattuale. Devi avere le strutture che ti danno la possibilità di fare calcio a livello medico, atletico e psicologico“.