Riccardo Rotulo: “Quando non ti vuole nessuno e ti alleni da solo è brutto. Oggi sono rinato”

“Penso che la Serie A sia un sogno realizzabile, lavorando ogni giorno. Ci sono tanti esempi che dalla D sono arrivati in A, io ci crederò sempre”. Voce decisa, idee chiare e sguardo già proiettato al futuro. Riccardo Rotulo è così. Determinato, focalizzato sempre sull’obiettivo. Se a questo aggiungiamo delle qualità tecniche di alto livello, è inevitabile parlare di uno dei migliori centrocampisti per rendimento del girone I.
Alla Nissa – nel campionato 2024/25 – ha segnato 10 gol. Doppia cifra. Non male per una mezzala offensiva del 1999. E nel cuore dei tifosi nisseni ci è entrato con estrema facilità. Basta vederlo dribblare una, due volte. “Alla Nissa mi sono trovato benissimo, sia con la società che con i compagni. E di questo ringrazio soprattutto il direttore Russello e il presidente Giovannone“.
Ma non è stato tutto facile, anzi. Rotulo ha esordito giovanissimo in Serie C con l’Akragas, poi qualche annata negativa in D e la testa che stava per cedere. Il riscatto a San Cataldo e poi Licata e Nissa. Per numeri e qualità oggi è tra i centrocampisti più redditizi della Serie D.
I libri, il mental coach, la simpatica emoji (ed esultanza) del surf dopo ogni gol e l’importanza della figura paterna nel suo percorso: Riccardo Rotulo si è raccontato a seried24.com, con un occhio anche a un futuro senza “porsi limiti”.
Credit immagine in evidenza: Marcello Giugno
Rotulo: “Bisogna essere umili, ma consapevoli. Dribbling? Essenza del calcio”
19 gol negli ultimi due anni tra Nissa e Licata. Ruolo: mezzala offensiva. Numeri sicuramente da top di categoria per Rotulo, che però ci tiene a precisare: “Avrei potuto fare molto meglio, sia come gol che come assist”. E se gli si chiede se pensa di essere tra i top di categoria, Rotulo risponde così: “Alla base deve sempre esserci umiltà ma bisogna essere consapevoli della propria forza. Purtroppo nel calcio di oggi si guardano i numeri e mai le prestazioni. Negli ultimi due anni penso di aver dimostrato di essere un top in D. Il mio obiettivo? Arrivare più in alto possibile”.
Ma cosa si intende per “più in alto possibile?”. Esattamente il massimo, la Serie A. “Ci sono tanti esempi di giocatori che ce l’hanno fatta, io ci crederò sempre”. La sua qualità migliore è il dribbling. Chi lo ha visto, lo sa: vertice dell’area di rigore, punta l’uomo nello stretto, trova spazio dove spazio non c’è e tenta la giocata. “A me piace giocare così, penso che il dribbling sia l’essenza del calcio. Ma è raro vedere farlo oggi. Non ho un segreto, quando entro in area cerco di superare l’avversario e creare qualcosa di importante per me e la squadra. Quando segno uso l’emoji del surf per questo motivo, per me rappresenta il dribbling puro. In A sono rimasti in pochi, mi vengono in mente Yildiz e Dybala, loro mi piacciono”.

“Quando nessuno ti vuole e ti alleni da solo non è facile”
Oggi sorride, dribbla, cambia passo con naturalezza. Ma fino a qualche anno fa non è stato tutto semplice per Riccardo Rotulo, che ha esordito a 17 anni con l’Akragas in Serie C. “Ho esordito in C giovanissimo nella squadra della mia città, poi ho commesso degli errori. Volevo delle cose che non potevo avere. Ad esempio, pur non avendo fatto buone stagioni volevo andare tra i professionisti, ma bisogna meritarselo. Questi errori mi hanno fatto crescere. Perché non è facile quando nessuno ti vuole o quando vai al campo ad allenarti da solo. Di questo ringrazio Accursio Sclafani, l’unico che mi è stato accanto e mi seguiva sempre”.
Brindisi, Vado, Sanremese. Tutte annate così così. La testa andava oltre, era piena di pensieri e Rotulo non riusciva più a esprimersi. Poi, all’improvviso, arriva la Sancataldese. “Poi è scattata la scintilla. Andare alla Sancataldese per me era come una sfida. La squadra aveva 0 punti dopo sette giornate e ho detto ‘o la va o la spacca’. Ed è andata bene, da lì è cambiata anche la mia mentalità“.

Ma se in campo è sempre concentrato, fuori non vuole sprecare tempo: “Nel tempo libero mi piace molto leggere perché secondo me è bene tenere sempre la mente allenata. Mi piace anche viaggiare tanto con la mia ragazza quando posso. Voglio sfruttare al meglio il mio tempo libero perché ne abbiamo tanto. Sono anche laureato e sto prendendo anche la magistrale”.
“Il tempo che mio padre mi dedica è tantissimo, è emozionante”
Uno switch mentale che gli ha cambiato la carriera. Ma non è frutto della casualità, anzi. In fasi del genere ci si affida alla famiglia, agli amici, a persone fidate. Ma c’è un’altra figura fondamentale per Riccardo Rotulo nel suo percorso: “Voglio ringraziare Nicola, il mio mental coach, che mi aiuta a vedere tutto con prospettiva diversa. Ero scettico, ma dopo averci lavorato ho capito che per i calciatori la testa è fondamentale. Lui mi aiuta a vedere le cose diversamente. Il segreto sta nel mantenere il proprio stato d’animo sempre allineato”.
E poi la famiglia. Papà lo vedi sempre lì, in tribuna, con il fratello a tifare per Riccardo. “Mio padre per me è fondamentale, mi ha aiutato a non mollare mai e mi è sempre stato vicino. Mi voleva far capire gli errori che facevo, ma prima faticavo a comprenderli. Mi segue ovunque, è emozionante che mi dedichi tutto questo tempo. Spero di arrivare più in alto possibile per lui e per la mia ragazza, che mi sta accanto sacrificando anche a volte la propria vita. Spero di regalare a entrambi grandi soddisfazioni”.
Per il momento Riccardo Rotulo si gode lo status di top nel proprio ruolo nel girone I e in generale della Serie D. Ma il professionismo è l’obiettivo più immediato, più vicino. “Voglio migliorarmi sempre, giorno dopo giorno. Andiamo per gradi, step by step. Alla fine tireremo le somme”. E intanto si gode le vacanze tra un surf e un altro, nella distante Repubblica Dominicana. Giusto per non perdere l’abitudine.