Prato, il Presidente Commini: “Non iscrivo la squadra. Ora tocca alla città”

Il presidente del Prato, Stefano Commini, annuncia in un’intervista di non voler iscrivere il club al prossimo campionato di Serie D.
Il calcio a Prato rischia di fermarsi. Una dichiarazione forte, definitiva, arrivata per voce del presidente Stefano Commini, visibilmente stanco e amareggiato, durante un’intervista a Tv Prato. Un annuncio che scuote le fondamenta di una piazza storica del calcio toscano, reduce da una stagione difficile, conclusa al nono posto nel Girone D della Serie D con 42 punti.
Una posizione a metà classifica, senza gloria né infamia, che non ha tuttavia placato le contestazioni di una parte della tifoseria e dell’ambiente. “Ho messo soldi miei, diversi milioni. E cosa ho ottenuto? Solo insulti”. Sono queste le aprole di Stefano Commini davanti ai microfoni.
Commini non si nasconde. Ammette gli errori sportivi: “Non abbiamo raggiunto i risultati sperati”. Il presidente però, rivendica il fatto di essere rimasto l’unico a sostenere il club, senza l’appoggio di imprenditori locali: “Ci sono 38 persone che dicono di voler entrare, ma nessuno mette un euro. Io sono solo, e non metto più soldi”.
Il messaggio è chiaro: il Prato è in vendita. A patto che chi subentra si prenda carico dei debiti, che secondo Commini: “Sono gestibili e spalmabili in due anni”. A chi gli chiede se è pronto a fare un passo indietro, la risposta è netta: “Assolutamente sì. Il mio telefono è acceso, chi ha voglia di salvare il Prato sa dove trovarmi”.
“Non iscrivo la squadra”, il punto sul Prato
Il presidente Commini tuona, e i tifosi biancazzurri tremano. Per ora, nessuna acquirente sembra essersi fatto avanti con serietà ed eventuali garanzie. Il tempo stringe: entro pochi giorni la società dovrà versare la cifra richiesta per completare l’iscrizione al prossimo campionato. In caso contrario, la squadra non scenderà in campo e la Toscana, rischia di perdere una delle sue realtà sportive più blasonate.
In fondo al discorso del presidente, resta una porta socchiusa: “Il mio telefono è acceso”. È un appello alla città, agli imprenditori, ai tifosi. È anche una sfida: chi ha davvero a cuore la maglia biancazzurra è chiamato ora a farsi avanti. Perché Commini, stavolta, sembra davvero deciso a farsi da parte. E il rischio che il calcio pratese si fermi, è più concreto che mai.
