“Devi vendere, vattene”: il club è in vendita, ufficiale | Rischia di saltare l’iscrizione in campionato

È caos societario per lo storico club che ha da poco terminato la sua stagione
Sono momenti complicati per diversi investitori e presidenti del calcio italiano. Infatti, molte tifoserie hanno protestato e continuano a farlo nei confronti delle rispettive società che dirigono i club.
Alla base c’è spesso la mancanza di risultati sportivi, obiettivi non raggiunti e posizioni di classifica tutt’altro che soddisfacenti. Si sa: la vittoria di titoli o posizionamenti ambiziosi risolve quasi tutti i problemi e crea, allo stesso tempo, un clima decisamente più disteso e positivo.
Ma non è solo l’assenza di risultati a scatenare la rabbia dei tifosi più passionali: spesso vengono criticate anche la gestione societaria e le scelte di mercato. Le società vengono accusate di cedere i giocatori più forti per monetizzare, investendo poco per migliorare l’organico.
A volte, però, si verificano conseguenze che vanno oltre i risultati sportivi. Soprattutto nelle categorie minori, dove gli investitori sono davvero pochi, molti patron — dopo anni di critiche e accuse, più o meno giustificate — decidono di lasciare, mettendo a rischio l’iscrizione e, di conseguenza, la sopravvivenza stessa delle loro squadre.
Milan e Torino: annata di contestazione
Quest’anno è stato segnato da numerose contestazioni nei confronti di presidenti e proprietà, accusati di non aver costruito squadre all’altezza per raggiungere obiettivi importanti. Milan e Torino, su tutte, hanno vissuto forti proteste da parte dei tifosi, delusi da stagioni sotto le aspettative.
Il Milan, partito come ogni anno per puntare in alto, ha vissuto un’annata deludente. Al di là di alcuni lampi. Come le vittorie nei derby, la Supercoppa italiana e il successo al Bernabeu contro il Real Madrid. La stagione si è conclusa amaramente con la sconfitta in finale di Coppa Italia e l’esclusione da tutte le competizioni europee. Il Torino, invece, dopo un ottimo avvio con il nuovo allenatore Vanoli e un buon rendimento di Duván Zapata (poi fermato da un infortunio), ha rallentato progressivamente, chiudendo a metà classifica. Una stagione piatta che ha suscitato il malcontento dei tifosi granata, più volte critici verso la proprietà.

Manfredonia, futuro in bilico: serve una nuova proprietà
Il Manfredonia Calcio vive un momento di grande incertezza. Nonostante la salvezza ottenuta sul campo, il presidente Gianni Rotice ha ribadito la volontà di cedere il club, già messo in vendita da febbraio. La situazione societaria instabile e un ambiente ritenuto non più favorevole hanno spinto il patron a confermare la sua decisione, ribadita anche durante l’incontro con il sindaco La Marca e l’amministrazione comunale. Il rischio concreto è che, senza l’ingresso di nuovi investitori, lo storico club della provincia di Foggia non riesca a iscriversi al prossimo campionato di Serie D. L’ipotesi di cedere il titolo sportivo al Comune resta sul tavolo, ma il tempo stringe e serve una soluzione rapida per salvaguardare il futuro della squadra.
Attraverso una nota ufficiale, Rotice ha espresso il suo rammarico per non poter più investire nel progetto, nonostante le soddisfazioni sportive ottenute nelle ultime stagioni. “Mancano le condizioni ambientali per proseguire”, ha dichiarato, ringraziando l’amministrazione comunale per l’apertura al dialogo. Il presidente ha auspicato che si trovi al più presto una soluzione che garantisca un passaggio di proprietà e la continuità di un progetto sportivo importante, non solo per il club, ma per tutta la città. L’appello è chiaro: il Manfredonia ha bisogno di una nuova guida per continuare a scrivere la sua storia nel calcio dilettantistico italiano.