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Lavoro al distributore di benzina, poi vado al campo: il calciatore ammette la sua doppia vita

Il calciatore si è raccontato, spiegando di avere “un’altra vita lavorativa” oltre al calcio

Nel mondo patinato del calcio professionistico, l’immagine più diffusa è quella dei grandi campioni: contratti milionari, stadi pieni, riflettori sempre accesi. Tuttavia, lontano dai riflettori della Serie A, esiste un’altra faccia del pallone, fatta di sacrifici, turni notturni, e sveglie all’alba.

È la realtà dei calciatori delle categorie inferiori, spesso costretti a vivere una doppia vita: atleti sul campo, lavoratori in fabbrica, ufficio o magazzino fuori.

Scendere di categoria, per molti, significa scendere anche a compromessi con la quotidianità. Le squadre di Serie D, Eccellenza o Promozione non garantiscono stipendi sufficienti per vivere solo di calcio. Alcuni ricevono rimborsi spese modesti, altri nulla.

Così, accanto agli allenamenti serali e alle partite del weekend, molti calciatori devono trovare un impiego stabile per mantenersi. C’è chi fa il muratore, chi lavora in un bar, chi consegna pacchi o guida autobus. Altri ancora dividono le giornate tra il campo da calcio e il magazzino della logistica, rincorrendo turni e sogni.

La “doppia vita” dei calciatori dilettanti

Questo doppio binario di vita mette a dura prova la passione. L’allenamento non è più il centro della giornata, ma un ritaglio tra mille impegni. Le trasferte diventano viaggi di corsa, con ritorni a notte fonda e poche ore di sonno prima di timbrare il cartellino. Eppure, nonostante tutto, molti continuano a crederci. Per amore del gioco, per speranza di una chiamata importante, o per quella sensazione unica che si prova scendendo in campo.

Questi calciatori “della porta accanto” incarnano una dimensione autentica del calcio, fatta di sudore, dedizione e spirito di sacrificio. La loro è una passione che resiste al tempo e alle difficoltà, capace di sopravvivere anche quando il sogno della carriera professionistica si affievolisce. Una doppia vita che merita rispetto, perché racconta il lato più umano e reale di uno sport troppo spesso raccontato solo attraverso la lente del successo.

Giocava tra i pro, oggi si diverte tra i dilettanti

Nel caso specifico di calciatori con “doppia vita” parliamo di Francesco Renzetti, ex di Padova e Chievo Verona. Renzetti gioca oggi a Langhirano, città del prosciutto, nella Langhiranese e ha vinto il campionato di Prima Categoria con la sua squadra. Ex calciatore professionista, è ripartito oggi con grande spirito di sacrificio e voglia di divertirsi.

Lo fa sempre con la stessa professionalità di sempre, ma anche e soprattutto allenandosi di sera. E di giorno? Cosa fa? Renzetti ha dichiarato già di lavorare nel distributore di benzina e autolavaggio dei suoceri. Al mattino lavora lì, la sera corre ad allenarsi. Tutto per passione e amore di questo gioco.