Luigi Pezzella tra campo e studio: “Per vincere serve stabilità, cerco una società con le mie stesse ambizioni”

Esperienza, idee chiare, ed una filosofia precisa: dopo un anno lontano dai campi, Luigi Pezzella è pronto a tornare. La nostra intervista all’allenatore.
Un percorso da calciatore che l’ha visto protagonista in più di un’occasione sui campi della Serie C, Luigi Pezzella, con alle spalle un record incredibile: vincitore di otto campionati in cinque piazze diverse. Una carriera da allenatore iniziata con le giovanili della Casertana, proseguita poi in prima squadra sotto la guida di Ciro Ginestra. Da lì, una nuova parentesi a Nola, interrotta dopo sole due giornate di campionato con le dimissioni insieme al ds Pavarese.
Le prime parole dell’allenatore: “È stato un inizio importante. A Caserta ho imparato tanto, poi con Ginestra ho avuto modo di affacciarmi anche alla prima squadra. A Nola è stata una partenza presa un po’ di fretta e ci siamo lasciati presto.” Tra le sue esperienze, anche quella al Team Altamura, con 28 giornate alla guida dei biancorossi e un quarto di finale di Coppa Italia conquistato, e quella al Gladiator: “Solo i giocatori hanno fatto qualcosa di bello per me. Si sono imposti sulla società contro il mio esonero. Purtroppo a fine stagione la squadra è andata incontro alla retrocessione.”
Dall’anno scorso ha ricevuto una proposta interessante, da una Primavera, ma per vari motivi, tra cui l’assenza del patentino aggiornato, non è stato possibile concretizzare: “Purtroppo non avevo eseguito il patentino quando dovevo. Non era possibile andare, anche se la proposta era molto seria. Poi l’unica altra offerta è saltata… per motivi notturni, diciamo così, che non dipendevano da me. A volte succedono cose strane nel calcio.”
Nonostante un anno lontano dal campo, Pezzella non è rimasto fermo: “Ho lavorato più quest’anno che quando allenavo. Ho studiato tanto, ho visionato tantissimi allenatori. È stato un anno utile. La voglia non mi è mai mancata. Conosco tutti i gironi, ma l’H a livello ambientale è quello che mi piace di più. Il girone F è più qualitativo, le squadre giocano meglio e ci sono meno pressioni. Anche il G è molto interessante, ci sono tante realtà che stanno facendo bene.”
Luigi Pezzella: “Offerte? Per ora nulla di concreto”
Negli ultimi tempi ci sono stati contatti con alcune società, anche se nulla di concreto: “Sì, ho avuto qualche incontro con direttori e società, ma nessuna firma. Ho imparato che nel calcio finché non c’è una firma sono tutte parole. È normale, anche loro parlano con più allenatori, come è giusto che sia.”
Non si considera più un allenatore giovane, almeno non per esperienza: “Quando mi dicono che sono giovane mi viene da sorridere. Sono nel calcio da 30 anni. Oggi servono contatti, conoscenze. Ma serve anche educazione. Vedo tanti allenatori bravi che non riescono a emergere. Spesso chi arriva dalle Primavere va subito nei Pro. Io penso che ci siano dei percorsi da fare.”
Chiude con un messaggio chiaro: c’è voglia, ambizione, e la consapevolezza che il vero valore aggiunto di un allenatore sia la società che lo sostiene: “Mi sento un allenatore preparato, voglio tornare in campo. Mi auguro di tornare almeno al livello che ho sempre fatto: il professionismo. Seguo tante squadre, ma mi colpiscono quelle che hanno una vera programmazione. Perché se non hai una società, dopo quattro risultati negativi sei già messo in discussione. La vera forza di un allenatore oggi è avere una società forte alle spalle.”

Luigi Pezzella: “Se credi in un allenatore devi lasciarlo lavorare”
Pezzella insiste su un concetto chiave: la continuità e la stabilità all’interno dei progetti tecnici. “Nel mio lavoro, la società è tutto. La società e il direttore sportivo sono fondamentali per un allenatore. Se credi in un tecnico, devi dargli il tempo per lavorare. Dove gli allenatori hanno avuto tempo, sono arrivati i risultati.”
Una critica lucida all’instabilità che spesso colpisce il calcio dilettantistico: “In Serie D succede spesso: si cambiano 5-6 allenatori, 4-5 direttori sportivi… ma così non si ottiene nulla. Serve programmazione, ma non come frase fatta: bisogna calarla nella realtà. Solo dopo uno o due anni si iniziano a vedere i frutti. Io vengo da una realtà dove siamo partiti dalla D e, in tre anni, con lo stesso gruppo e lo stesso allenatore, siamo arrivati a sfiorare la Serie B. Quello è programmare. Quello vuol dire saper lavorare.”
Nuove esperienze? Luigi Pezzella è chiaro sul suo futuro: “Più che un progetto in sé, cerco le persone giuste. Una società fatta di persone che condividono la mia idea di calcio.”
Un calcio preciso, con una struttura tattica definita, ma che richiede tempo e convinzione: “Io faccio un calcio che non è semplicissimo. Gioco con il 3-4-3. Ci vuole tempo, ci vuole adattamento, ci vogliono situazioni giuste. Ma sono convinto che prima o poi arriverà la società giusta, con la mia stessa idea. E lì potrò fare bene.”