14 Aprile 2022

Seconda categoria, maxi squalifica per l’ex portiere del Torino Lys Gomis

Squalifica per 18 mesi all'ex portiere del Torino, a seguito di un'aggressione verbale e fisica nei confronti dell'arbitro. Il giocatore non ci sta e annuncia il ricorso

Lys Gomis

Lys Gomis, ex portiere tra le altre del Torino, è stato squalificato per 18 mesi fino al 13/10/2023. Questo si legge nel comunicato emanato ieri dalla Federcalcio piemontese. A causare la severa sanzione sarebbe stato, secondo il giudice sportivo, il comportamento ritenuto violento e ingiurioso, tenuto dal 35enne portiere nei confronti dell’arbitro.

Il fatto sarebbe accaduto durante l’incontro tra il suo Genola e il Langa Calcio, nel campionato di Seconda Categoria Girone F in Piemonte. Gomis, come si legge da referto, avrebbe aggredito l’arbitro sia durante che al termine della partita, costringendo addirittura l’intervento delle forze dell’ordine.

Quest’ultimo però non ci sta. In un lungo post, apparso questa mattina sui suoi canali social, annuncia di voler presentare ricorso sia contro la maxi squalifica inferta dal giudice sportivo, sia contro alcuni eventi raccontati ma, secondo lui, mai accaduti. Il ragazzo, che tra l’altro in Piemonte ha anche fondato una sua scuola per portiere, si definisce molto amareggiato per come i fatti sono stati raccontati e presentati. Denuncia inoltre ogni episodio di violenza, invocando tutto il suo amore e rispetto verso i valori sportivi.

Il comunicato sulla squalifica di Gomis

Di seguito riportiamo il testo del comunicato ufficiale tramite il quale il giudice sportivo notifica il provvedimento. In questo sono contenuti anche i dettagli dell’episodio che è costato al portiere la squalifica di 18 mesi.

SQUALIFICA FINO AL 13/10/2023
GOMIS LYS (GENOLA)
Per condotta gravemente violenta, ingiuriosa e minatoria nei confronti dell’arbitro, concretizzatasi in una
volontaria ed ingiustificata aggressione fisica nei suoi confronti, che gli provocava altresì dolore.

Nello specifico, dopo la convalida della rete del 3 a 3, il portiere del Genola, Sig. Gomis Lys, raggiungeva di corsa l’arbitro che si dirigeva a centro campo e lo afferrava per il collo, provocandogli dolore, oltre ad insultarlo ripetutamente. Intervenivano in difesa del direttore di gara alcuni giocatori di ambo le compagini.

Al termine della partita, mentre l’arbitro raggiungeva gli spogliatoi scortato dai Dirigenti della squadra ospite nonché da giocatori di entrambe le Società, dopo aver subito ulteriore aggressione fisica da un altro tesserato del Genola, il Sig. Gomis continuava a insultarlo e minacciarlo, con una veemenza tale da indurre l’arbitro a richiedere l’intervento di una volante dei Carabinieri, ai quali veniva esposto l’accaduto.

La replica di Lys Gomis

Di seguito il comunicato di denuncia del calciatore.

“Ho letto questo articolo de La Stampa, mi fa molto male e sono amareggiato. Prima di pubblicare certi articoli bisogna accertarsi che i fatti siano realmente accaduti o meno. Non bisognerebbe credere ad una sola versione ma esser stati quantomeno presenti. Prima di pubblicare articoli nei quali si danneggiano persone e famigliari che non c’entrano nulla. Sono stati nominati i miei fratelli per far clamore e questo non va bene. Chi mi conosce bene sa che sono un ragazzo che rispetta le altre persone e che soprattutto ama lo sport. La violenza non fa parte del mio credo e del mio mondo.

Io e il mio avvocato agiremo legalmente verso chi ha raccontato il falso. Pensare che sono stato violento al punto che anche i giocatori della squadra avversaria (che ringrazio) si sono schierati dalla mia parte.Io come uomo e padre di una bimba meravigliosa, professionista, allenatore dei Bambini (che adoro) non accetto violenza fisica o mediatica…CAMMINO A TESTA ALTA, SO DI ESSERE NEL GIUSTO…andrò in fondo a tutto e ho prove che tutto ciò è una follia. Quello che hanno raccontato non fa parte della mia persona MA SOPRATTUTO NON FA PARTE DELLO SPORT. BISOGNA INSEGNARE LA LEALTÀ E IL FAIR PLAY.a breve faremo ricorso come società Genola e io come uomo che deve far crescere i bimbi che alleno. In 16 anni di carriera professionista è la prima volta che mi succede una cosa simile. Delle scuse per l’articolo sarebbero quantomeno dovute”.