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Raspadori e Ravaglia: il Progresso omaggia i suoi talenti

Raspadori e Ravaglia, vincitori del campionato e della Coppa Italia con le rispettive squadre, vengono omaggiati dal loro ex club, Progresso.

Ci sono storie che, se non fossero vere, sembrerebbero scritte da uno sceneggiatore. Due ragazzini, stessi campi, stessa maglia addosso, stessi sogni. E poi, anni dopo, entrambi sul tetto del calcio italiano. Giacomo Raspadori e Federico Ravaglia, cresciuti, seppur in annate diverse, nel settore giovanile del Progresso, oggi brillano nei rispettivi club: Napoli campione d’Italia, Bologna vincitore della Coppa Italia. Protagonisti silenziosi ma fondamentali di queste imprese.

Il Progresso, storica società dilettantistica di Castel Maggiore, in provincia di Bologna, a stretto contatto con quest’ultima, per quanto riguarda il settore giovanile. È lì che Raspadori imparava a muoversi tra le linee con la sua solita intelligenza tattica, mentre Ravaglia, tra una parata e l’altra, iniziava a spianarsi la strada verso il capoluogo emiliano.

Certo, sono due ruoli diversi, due percorsi diversi, e soprattutto due periodi storici diversi. Ma le radici sono le stesse. E questa è la parte più bella della storia: entrambi sono partiti da un piccolo club di provincia, da un ambiente sano, dove si cresce prima come persone e poi come calciatori. Dove i sogni sono liberi di nascere senza pressione.

Oggi, a Castel Maggiore, c’è un motivo per sorridere. C’è la prova che anche da una squadra di Serie D si possa arrivare ovunque, e ci si possa costruire un futuro da protagonista.

Raspadori e Ravaglia, i numeri della stagione

Nel Napoli campione d’Italia, Giacomo Raspadori non ha fatto rumore, ma ha inciso. Impiegato principalmente da subentrato, ha messo insieme 26 presenze in campionato, di cui 10 da titolare. Ha realizzato 6 gol, alcuni pesanti, e un assist. Il suo ruolo, più che nei numeri, si è fatto sentire nella gestione delle rotazioni offensive di Conte: utile sia come seconda punta sia da falso nueve, ha rappresentato una risorsa tattica nei momenti in cui servivano lucidità e piedi educati.

Diversa, ma non meno significativa, la stagione di Federico Ravaglia. Nonostante parta come secondo portiere, nel Bologna di Vincenzo Italiano ha saputo ritagliarsi uno spazio concreto, chiudendo l’anno con 12 presenze ufficiali. Non poche, se si considera il livello mantenuto da Skorupski negli anni e il momento storico vissuto dal club. In un Bologna che ha portato a casa la Coppa Italia dopo oltre mezzo secolo, anche lui ha lasciato un segno.