10 Aprile 2022

Nardò, l’addio allo storico dirigente Cesarino Giannuzzi

Con un lungo post su Facebook il Nardò ha annunciato la scomparsa del dirigente Cesarino Giannuzzi, in società da ben 70 anni

Giannuzzi Nardò

Il Nardò è in lutto per la scomparsa dello storico dirigente Cesarino Giannuzzi. Con un video sui social e con una toccante lettera, la società granata ha salutato uno dei simboli del calcio nella città in provincia di Lecce. 

Giannuzzi Nardò

Bandiera del calcio a Nardò

Classe 1933, è stato anche giocatore del Nardò e per ben 70 anni ha vissuto la storia del calcio granata. “Cesarino Giannuzzi – scrive la società – ci ha lasciato. Quel momento che noi tutti pensavamo fosse nascosto nel futuro, è diventato un triste presente. Perché nella debolezza del nostro immaginario si rifugge che possa accadere ad un grande, perché mai tenebrose associazioni di pensiero si sposano con chi nella vita è stato un guerriero. Ma purtroppo l’inesorabile legge della natura ancora una volta allunga spietata la sua scure. E si prende Cesarino: l’uomo, il simbolo, il totem, la bandiera. Colui che per settant’anni ha attraversato la storia calcistica della nostra Nardò. E, può sembrare una frase fatta, ci ritroviamo inesorabilmente più poveri. Si quieta il vento sul vessillo granata”.

Dirigente fino all’ultimo

Il suo attaccamento ai colori societari è stato encomiabile, anche negli ultimi istanti della sua esistenza. “Quel vento che – continua l’Ac Nardò -, sin dalla sua giovinezza, sin dagli albori della rinascita del calcio neritino, gli ha spirato fiero e orgoglioso addosso. Cesarino e la maglia granata, Cesarino e il Nardò Calcio, Cesarino e le centinaia di giovani abbracciati, cresciuti, coccolati, amati. Cesarino ed una lunga, lunghissima storia da raccontare. Cesarino che nell’ultimo giorno di vita chiede della Juniores e ritrova improvvise forze per ascoltare con attenzione la risposta. Cesarino e i suoi ‘mi raccomando ricordatevi di inserirmi come dirigente quando faremo l’iscrizione al nuovo campionato’. Perché Cesarino si nutriva di Nardò, ne traeva linfa vitale. È stato il fratello, il papà e il nonno di tutti”.

Una vita per il Nardò

Il Nardò, dunque, è stato una ragione di vita per Giannuzzi. “Il suo negozio – spiega la società -, di fatto, è stato il primo Club sportivo di casa nostra. Come non amare una persona così: leale, onesta, disinteressata,che si è sempre data completamente agli altri, che ha servito la sua passione con una puntualità e una precisione disarmante, con invidiata lucidità fino alla fine dei suoi giorni. Lacrime e gioia, pianti e sorrisi. Contrapposti stati d’animo si inseguono nel silenzio del sonno eterno. Le lacrime del distacco, la gioia di aver incrociato la sua vita, il pianto per l’immane vuoto, il sorriso generato dal ricordo di una persona sempre positiva, che amava la vita e il prossimo, che si è data agli altri ricevendo amicizia spontanea, quella stessa spontaneità che nasceva dal suo cuore e generava buonumore”.

Il saluto della società 

La gratitudine di tutta Nardò è palpabile nelle parole di commiato. “È stata una fortuna conoscerti – prosegue il post – caro Cesarino; il buon Dio ti ha chiamato a sè, ma, adesso che vedi il suo volto, adesso che gli puoi parlare, esortalo ad usare con più frequenza lo stesso stampo col quale ti ha generato, ne abbiamo bisogno. Faremo fatica ad iniziare un nuovo giorno e a guardare al futuro senza riempire il vuoto col tuo sorriso, con la tua dolcezza, con le tue pacche sulle spalle“.

Giannuzzi Nardò

Ti salutiamo – conclude la società – con infinita ammirazione per quanto hai fatto e dato, alla passione e al credo nei valori che ci hai insegnato, all’amore che hai sempre donato a chi ti era vicino. Da grande e onesto lavoratore e da grande uomo di sport saluti la tua casa ‘senza giacca e cravatta’. Eri e resti un simbolo e hai voluto presentarti all’Altissimo con la tuta e la maglia del Toro addosso. Solo gli eroi possono tanto! Addio Cesarino, grazie per tutto! Alla tua famiglia giunga il nostro grande abbraccio…”.

Oggi il Nardò scenderà in campo nel derby contro il Bitonto, sperando di dedicare la vittoria al grande dirigente appena scomparso.

A cura di Giacomo Grasselli