Emiliano Bonazzoli: “Mi piacerebbe un giorno tornare a Reggio”

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L’intervista di SerieD24 all’ex attaccante della Reggina Emiliano Bonazzoli.
Una vita dietro al pallone, un amore che nasce da piccolo. “A casa dei miei, giocavo con mio fratello quando avevamo 6-7 anni. A quei tempi c’era solo il calcio, seguivamo nostro zio, juventino, il fratello di mia madre, che guardava spesso le partite. Abbiamo iniziato a seguirlo sempre di più, e credo che tutto sia partito proprio da lì.”
Questa è la storia di Emiliano Bonazzoli, il cosiddetto attaccante di provincia di altri tempi, cresciuto con l’amore per il calcio e il senso del gol nelle vene.
Con le sue prodezze ha fatto innamorare, soprattutto, i tifosi della Reggina, ma non solo. Bonazzoli ha vissuto esperienze importanti anche con Brescia, Parma e Sampdoria. Ma la sua carriera nasce da lontano.
“Andare avanti non è stato semplice: ci sono stati tanti sacrifici. Io e mio fratello abbiamo iniziato insieme, ci spostavamo dopo scuola prendendo il pullman, i nostri genitori lavoravano e quindi dovevamo organizzarci da soli. Lui si è fermato prima, mentre io ho avuto la fortuna di continuare e costruirmi una discreta carriera. Credo che tutto sia nato proprio dalla passione, dai sacrifici e dal semplice piacere di calciare un pallone.“
L’esordio in Serie A
Una passione che, però, con il tempo diventa un vero e proprio lavoro. La passione e il talento portano Bonazzoli a toccare il cielo con un dito. L’esordio in Serie A arriva con la maglia del Brescia nel lontano 1997 e non in una partita qualunque.
“A dire il vero, non ho mai avuto come obiettivo la Serie A o la Nazionale. Ho sempre vissuto il calcio giorno per giorno, perché mi piaceva giocare. Ricordo ancora quando dissi a mia madre: ‘Chissà se un giorno arriverò in Serie C’. Alla fine, ho fatto anche di più e ne sono orgoglioso. Nel 1998, giocavo nel Brescia con Materazzi in panchina. Il giorno della partita mi dissero che sarei stato titolare. Ero spaesato, anche perché era l’esordio di Ronaldo ‘Il Fenomeno‘ a San Siro. Il risultato non fu positivo, ma giocare lì è un’emozione indescrivibile.”

L’inizio della carriera da allenatore
Dopo l’esordio nel massimo campionato italiano, Emiliano Bonazzoli si stabilisce tra Serie A e B fino a portare a termine una dignitosissima carriera piena di gol e soddisfazioni. Poi, nel 2016, decide di ritirarsi per intraprendere una nuova avventura, quella di allenatore, anche se tutto inizia in modo un po’ casuale.
“Mi stavo allenando per tenermi in forma in una squadra del padovano di prima categoria, avevo già smesso di giocare. Avevo ricevuto qualche proposta da squadre dilettantistiche, ma le avevo declinate. Poi, dopo un mese, mi ha chiamato il presidente, chiedendomi di dare una mano perché la squadra stava andando male. Gli dissi che avevo smesso da poco, ma lui aveva notato che, quando davo consigli ai ragazzi, loro mi seguivano. Avevo già il patentino UEFA B, quindi potevo allenare. Ho accettato e da lì è iniziata la mia carriera da allenatore. Ho notato subito che i ragazzi mi ascoltavano e, infatti, siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo stagionale.“
L’esperienza da allenatore a Lecco
Parte così la carriera di allenatore dell’ex attaccante di Sampdoria e Fiorentina, che poi continua fino ad arrivare, nella stagione 2021/2022, sulla panchina del Fanfulla nel girone D della Serie D. Con i bianconeri porta a termine due ottime annate, ma poi, un po’ all’improvviso, arriva una chiamata inaspettata dal Lecco, che nel 2023 si trova a lottare per salvarsi in Serie B. Un salto notevole, complicato, quello dalla Serie D alla cadetteria. Bonazzoli ama le sfide e accetta, ma oggi ripensa a quella scelta con qualche rimpianto.
“Sinceramente, non me l’aspettavo. Stavo aspettando una chiamata dalla Serie D, avevo avuto qualche contatto in estate, ma nulla di concreto. Poi mi ha chiamato il direttore Fracchiolla, proponendomi di subentrare a Lecco, affiancato da Malgrati e altri membri dello staff. Ho accettato con entusiasmo, perché quando arriva un nuovo allenatore può dare una svolta. All’inizio le cose andavano bene. Poi, a gennaio, la situazione è diventata complicata: il mercato non è stato equilibrato, sono stati presi giocatori non adatti alle esigenze della squadra, mentre altri erano scontenti perché non sapevano se sarebbero rimasti o meno. È mancata stabilità e serenità, e infatti abbiamo perso cinque partite consecutive. A quel punto la società ha deciso di cambiare. Ripensandoci, forse il salto dalla Serie D alla B è stato troppo rapido. Avrei potuto pensarci meglio, aspettare un’altra occasione. È stata un’esperienza importante, ma forse avrei dovuto gestirla in modo diverso.“
Il futuro da allenatore
In questa stagione Bonazzoli non è riuscito a trovare una panchina, anche se ha avuto colloqui con diversi direttori, senza trovare nulla di concreto. L’ex allenatore del Fanfulla, però, ha voglia di tornare e magari trovare una squadra anche all’estero.
“Mi manca il campo, parlare con i giocatori, essere al loro servizio, il vincere e il perdere. Mi manca tutto ciò. Ho avuto qualche colloquio negli ultimi mesi, ma nulla è andato in porto. Tuttavia, sto già lavorando per la prossima stagione: seguo partite, parlo con direttori sportivi e sto costruendo rapporti per il futuro. Non nascondo che mi piacerebbe fare un’esperienza all’estero e, in effetti, ho già ricevuto qualche contatto per la prossima stagione. Vediamo cosa succederà.”
Da Mazzarri ad Atzori: i grandi maestri di Bonazzoli
Durante la sua carriera, Bonazzoli ha avuto diversi allenatori, ma due in particolare gli sono rimasti nel cuore, entrambi vissuti alla Reggina. Inoltre anche l’esperienza vissuta con l’ex Torino Aimo Diana gli ha lasciato delle nozioni importanti.
“Parlando con i giocatori, mi piace ricordare qualche aneddoto sugli allenatori che ho avuto. Con Atzori ho vissuto una grande annata, era molto preparato e umanamente mi ha dato tanto. Mazzarri, invece, era un allenatore pratico, con idee semplici ma efficaci. Anche nell’esperienza da collaboratore con Aimo Diana al Renate ho imparato molto, soprattutto sul calcio moderno.”
Bonazzoli: “Atzori mi ha fatto capire che potevo dare ancora qualcosa”
Uno dei protagonisti della Serie D 2024/2025 è Gianluca Atzori. Dopo anni di lontananza dall’Italia, l’allenatore di Collepardo ha deciso di tornare, scegliendo incredibilmente la Serie D e sposando il progetto della Scafatese. Bonazzoli lo considera un ottimo allenatore e, un po’ sorpreso di vederlo in questa categoria, racconta anche un aneddoto legato alla splendida stagione vissuta insieme alla Reggina, sfiorando la Serie A.
“Atzori ha avuto stagioni altalenanti, ma a Malta ha fatto molto bene. È un allenatore preparato, che meriterebbe categorie superiori. Tornato in Italia, ha scelto il progetto ambizioso della Scafatese, con l’obiettivo di vincere il campionato. Quando ero alla Reggina, venivamo da un’annata difficile e rischiavo di andar via. Lui ha creduto in me, umanamente mi ha dato tantissimo, mi ha dato nuovi stimoli e mi ha fatto sentire parte del gruppo. Grazie a lui e al confronto con la società, sono rientrato in rosa. La stagione è andata benissimo… a parte l’ultima partita.”
Bonazzoli: “In D il livello si è alzato”
Nonostante l’assenza dal calcio giocato, Emiliano Bonazzoli continua a seguire il campionato di Serie D. Con lui abbiamo parlato anche della stagione in corso.
“In Serie D ci sono società che vogliono investire e crescere per salire nei professionisti. Il livello si è alzato, ci sono squadre blasonate e altre meno note, ma con budget importanti. In tutti i gironi c’è un grande equilibrio, cosa diversa rispetto agli ultimi anni. Seguo molto il Girone C, dove le Dolomiti Bellunesi stanno facendo un grande campionato, a spese del Treviso, che aveva costruito una rosa molto competitiva. Ma ancora tutto può succedere, ci sono tanti punti in palio. Questo dimostra come piccole realtà stiano crescendo: sono realtà sane e stanno alzando il livello generale del campionato.”
Certi amori non finiscono, Bonazzoli: “L’auspicio è che la Reggina possa salire in Serie C. Magari un domani potrei anche io sedermi sulla panchina amaranto…”
Bonazzoli ha vissuto anni bellissimi a Reggio Calabria, forse i migliori della sua carriera calcistica. Con la Reggina ha creato un legame speciale, che ancora oggi è vivo, e spera nel ritorno degli amaranto in Serie C.
“La lotta nel girone I è ancora apertissima, con soli tre punti di distacco e tutto ancora da decidere. L’auspicio è che la Reggina possa salire in Serie C, perché per storia e blasone non può restare in quarta serie. Più di una volta ho pensato a un possibile ritorno. Sarebbe bellissimo per me tornare a Reggio, dare il massimo per una squadra e una maglia che ho sempre onorato. Mai dire mai, l’idea mi piacerebbe tantissimo. Chissà, magari un domani potrei anche io sedermi sulla panchina amaranto…”